Presso gli Studi di Padova e Bassano del Grappa, la Dr.ssa Manganoni affronta i vissuti psicologici della procreazione medicalmente assistita: un tema delicato e complesso, in quanto coinvolge aspetti importanti della vita della persona e delle sue relazioni con il mondo.
La coppia che intraprende il percorso della procreazione medicalmente assistita è spinta da un grande desiderio di avere un figlio, reso ancora più forte dal fatto che non è consentito dai limiti fisiologici che si oppongono alla fecondazione spontanea.
Quando una coppia sceglie di sottoporsi agli interventi di procreazione medicalmente assistita (PMA) ha già dovuto affrontare pesanti compiti intrapsichici nel tentativo di contenere la sofferenza legata alla consapevolezza della propria infertilità.
Durante il percorso della PMA, l’esasperata medicalizzazione di queste tecniche può consegnare alla donna un corpo “vuoto” (Flamigni, 2001). Un corpo che, per l’invasività delle procedure, rischia di non avere più confini precisi.
La separazione tra sessualità e procreazione pone la coppia fuori dalla scena del concepimento e l’incontro delle cellule germinali maschili e femminili ha luogo fuori dal corpo.
Il ventre materno rimane comunque uno del luoghi maggiormente investiti a livello simbolico.
“Prima di esistere nel corpo il figlio vive nell’immaginario inconscio
da dove nulla potrà mai espellerlo…
Talora la ragione lo esilia dal pensiero diurno,
ma la sua immago continua a vagare nei boschi del pensiero notturno”.
(Vegetti Finzi, 1990)
Per questa ragione, il vissuto della donna sterile rimanda ad un’assenza del figlio.
L’esperienza di sterilità è così paragonabile a quella del lutto. A questo lutto possono sommarsi quelli connessi ai ripetuti tentativi nei trattamenti conclusosi con esito negativo, in particolare gli aborti post-impianto.
Tra il primo e il secondo ciclo di trattamento molte donne vanno incontro a disturbi psicologici (come depressione, disturbi dell’umore, disturbi d’ansia), ai quali si possono aggiungere alcuni vissuti, quali rabbia e aggressività.
All’aumentare dei cicli aumenta anche l’ansia e lo stress.
Anche l’uomo può incontrare alcune difficoltà, come la disfunzione a produrre il seme in quel giorno – il d-day (Flamigni, 2011).
Col trascorrere del tempo rischiano di essere compromessi anche la relazione e il benessere di coppia.
La coppia può perdere l’amore, il rispetto reciproco, la condivisione e la realizzazione dei tanti progetti di vita.
Premesso che in ogni relazione ci siano altri obiettivi oltre alla riproduzione, come: curare la dimensione erotica, gli interessi, i valori comuni, la complicità e il sostegno reciproco, è fondamentale supportare la coppia a svolgere comunque questo ruolo genitoriale, anche se la fecondazione assistita dovesse fallire.
La coppia potrà essere sostenuta nel prendere in considerazione anche altri percorsi, come l’adozione.
“Ciò che conta non è ottenere un contenuto (il figlio),
ma svolgere questa importante funzione genitoriale”.
(Spagnuolo Lobb, 1995)
Ad ogni modo, prima di intraprendere un eventuale iter adottivo la coppia dovrà essere accompagnata e supportata nell’attraversare le fasi di accettazione ed elaborazione della perdita di un figlio biologico, permettendole di soffrire e di stare con questo dolore.
L’intervento dello psicologo-psicoterapeuta può quindi essere utile al fine di evitare che l’esperienza della PMA si converta in trauma psicologico o impoverisca il mondo interiore della coppia. In particolare, lo psicoterapeuta può aiutare a:
- fare emergere le radici della sofferenza e ad elaborarla;
- favorire l’espressione delle emozioni e della consapevolezza;
- favorire l’elaborazione del lutto legato a eventuali insuccessi;
- sostenere un’eventuale conflittualità di coppia;
- sollecitare il confronto sulle motivazioni a proseguire il percorso terapeutico;
- valutare un’ulteriore possibilità: quella dell’ adozione (in quanto se c’è un vero desiderio di maternità, e non solo di gravidanza, la coppia potrebbe accogliere anche questa opportunità).
Flamigni C., Mutinelli P. (2001), “Curare la sterilità” – Etica, deontologia e psicologia nella relazione medico-paziente, ed. Percorsi Editoriali
Vegetti Finzi S. (1990), Il bambino della donna. Divenire donna, divenire madre, Milano: Mondadori